Ansa/Fnsi: precaria sfida editori, paghino loro figli 5 euro
Ecco, da un lancio dell’Ansa, l’intervento di Paola Vescovi, del direttivo di Refusi e del Sindacato Giornalisti del Veneto, al congresso Fnsi in corso a Bergamo
(dell’inviato Michele Cassano)
(ANSA) – BERGAMO, 13 GEN – ”Ogni mattina mi sveglio alle 8,
guardo le notizie su Internet, prendo la mia macchinina e vado a
caccia di notizie. Sono contenta. E’ da bambina che volevo fare
la giornalista sul campo. Poi a sera arriva lo sconforto. Con
pochi euro a pezzo, non so mai quello che mi mettero’ in tasca.
Non doveva andare cosi’. Doveva essere flessibilita’, non
precarieta’. Invece ci siamo impantanati. Se non vogliono
assumerci, allora ci diano paghe adeguate. Cosa dobbiamo fare di
piu?”.
Paola Vescovi, 30 anni, veneziana, volto sorridente e un po’
timido, e’ al Congresso della Fnsi come delegata per i precari.
Tra i pochi giovani presenti, prende coraggio e sale sul palco
di Bergamo, per lanciare la sua sfida. ”Il direttore generale
della Fieg ieri ci ha detto che dobbiamo essere duttili. Noi
siamo gia’ duttili ma, nonostante cio’, veniamo pagati cinque
euro lordi a pezzo. Lo dicano questo ai loro figli. Cosa
risponderebbero se chiedessero: ”Babbo, perche’ gli editori
pagano cosi’ poco?”. Parte qualche applauso, ma la sala e’
mezza vuota. E Paola ne ha anche per i colleghi.
”Ieri che si discuteva di statuto e bisognava votare la sala
era piena, oggi invece che dovremmo occuparci di noi, e parlare
dei precari va anche di moda, non c’e’ nessuno. Le parole pero’
non servono piu’, servono i fatti. Noi vogliamo il cambiamento,
allora facciamolo. Spero che questa sia la volta buona”. Paola
scende dal palco, riceve qualche complimento. Sorride, ma negli
occhi si puo’ cogliere il timore che esporsi nella sua
condizione possa costare caro. Laureata in lettere, e’ precaria
da quasi sei anni, ma tiene duro. ”L’assunzione e’ una chimera,
ma vado avanti. Mi piace scrivere, mi piace raccontare le cose
alle gente. Certo, non voglio arrivare cosi’ a quaranta anni. Ci
sara’ un momento in cui dovro’ chiedermi: e adesso? Allora forse
sara’ costretta a rinunciare ai miei sogni e a fare un passo
indietro”.
Paola vive da sola, una casa in affitto, con la difficolta’
di arrivare a fine mese. ”Finora non ho pensato a fare un
figlio, ma mi pongo la domanda. Come posso tutelare un’altra
persona se gia’ io sono in questa condizione? Piangersi addosso
pero’ non serve a niente. Occorre mettersi in gioco, contribuire
a capire come si risolvono i problemi. Senza creare muri,
neanche davanti a chi sta dall’altra parte”. (ANSA).
[...] L’intervento di Laura, giovane giornalista veneta, al congresso della FNSI: Il direttore generale della Fieg ieri ci ha detto che dobbiamo essere duttili. Noi siamo gia’ duttili ma, nonostante cio’, veniamo pagati cinque euro lordi a pezzo. Lo dicano questo ai loro figli. [...]