A “Io non taccio” il premio Piersanti Mattarella. E il 24 novembre in piazza contro minacce e querele
Un nuovo riconoscimento, il Premio letterario giornalistico “Piersanti Mattarella”, va ad aggiungersi agli altri encomi già concessi al volume “Io non taccio. L’Italia dell’informazione che dà fastidio”, scritto dai giornalisti Federica Angeli, Giuseppe Baldessarro, Paolo Borrometi, Ester Castano, Arnaldo Capezzuto, Marilù Mastrogiovanni, David Oddone e la “nostra” collega venete Roberta Polese, edito dalla casa editrice Cento Autori. Il libro un anno fa aveva ottenuto un altro riconoscimento importante, il Premio Borsellino.
Ad attribuirlo è stata la onlus “Memoria nel cuore”, organizzatrice dell’evento, nel corso di una suggestiva cerimonia tenutasi nella sala consiliare del Comune di Fiumicino. Soddisfazione per l’ambito riconoscimento è stata espressa dal presidente della casa editrice Pietro Valente.
«Questo Premio – ha commentato Valente – assume una particolare valenza perché dedicato ad un uomo, Piersanti Mattarella, che ha sfidato a viso aperto la mafia. E anche gli autori del volume non hanno avuto timori o tentennamenti di sorta nel denunciare chi, in nome di un potere criminale e anche politico, voleva metterli a tacere. Non l’hanno fatto. Convinti anche che la libertà di stampa è il sale di ogni democrazia».
IL 24 NOVEMBRE MOBILITAZIONE CONTRO LE QUERELE TEMERARIE
Alcuni degli autori di “Io non taccio” saranno in piazza con la Fnsi, giovedì 24 novembre, per chiedere al parlamento di approvare l’abolizione del carcere per i giornalisti e un provvedimento contro le querele temerarie e le intimidazioni contro i giornalisti d’inchiesta.
La mobilitazione sarà in Piazza delle Cinque Lune a Roma, dalle ore 10.30 alle 11.00. Scopo dell’iniziativa: sensibilizzare la categoria e la classe politica e chiedere che vengano finalmente portati all’approvazione sia il provvedimento che abroga il carcere per i cronisti, sia una norma che ponga un argine alle cosiddette “querele temerarie”, vero e proprio strumento di minaccia contro i giornalisti e il diritto di cronaca. In particolare per quei cronisti che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a contrastare le mafie, il malaffare e la corruzione.