Il Viminale cerca giornalista per lavorare gratis. Fermiamo il bando dello scandalo
Lavorare per un anno a titolo gratuito, come giornalista, al servizio del “dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione”: un bando scandaloso quello pubblicato il 9 marzo dal Ministero dell’Interno. Re:fusi lo ha denunciato con un post su Facebook attorno alle 17 di mercoledì 16 marzo, dopo aver intercettato una segnalazione sdegnata della collega Alessia Cerantola, che a sua volta aveva rilanciato sul social network la denuncia di un altro collega.
Qui il bando in pdf.
La denuncia della FNSI
A stretto giro allertiamo il sindacato giornalisti e prima delle 19 la Fnsi dirama un comunicato stampa in cui il segretario Raffaele Lorusso, il presidente Beppe Giulietti e il presidente della Commissione lavoro autonomo Mattia Motta condannano il bando e ne chiedono l’immediato ritiro da parte del Ministero. «È inconcepibile pretendere una “complessa attività professionale” ad “alto contenuto specialistico”, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito», affermano i rappresentanti della Fnsi.
A rendere ancora più assurdo il tutto è il fatto che, oltre alla gratuità che di per sé rende inaccettabile la selezione pubblica, questa cozza contro alcuni punti fermi del diritto del lavoro: c’è «l’assurdità di definire “occasionale” un incarico della durata di un anno» e come se non bastasse c’è «l’inammissibile esclusione dalla selezione degli iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti, in chiara violazione della legge 150 del 2000».
La “rivendicazione” di Alfano
Alle 17 circa di giovedì 17 marzo il ministro Angelino Alfano “rivendica” il bando rispondendo all’Ansa: «Non sarebbe incardinato in via permanente nei ruoli del Ministero» dice Alfano, e ci mancherebbe! «Non è una novità. Nessuno costringe nessuno – prosegue il ministro all’agenzia – Vediamo se qualcuno vuol dare una mano d’aiuto in questo modo, viceversa prenderemo atto che nessuno ha voglia. Ma suppongo che qualcuno la presenterà, la domanda. Il nostro approccio, ovviamente, non è un approccio sindacale, ma è un approccio che dà l’opportunità di un’esperienza».
Rassegna stampa
Insomma, il caso c’è tutto. E la notizia è stata ripresa da decine di testate, siti web e profili Twitter e Facebook di giornalisti e non, con un’indignazione che monta. Qui facciamo un breve riepilogo e una rassegna stampa (per quanto parziale):
16 marzo 2016
- il manifesto, articolo di Roberto Ciccarelli
- Repubblica.it, articolo di Agnese Ananasso
17 marzo 2016
- Il Giornale.it, articolo di Fabrizio Boschi
- Fanpage.it, articolo di Ciro Pellegrino
- Il Fatto Quotidiano, articolo di Lorenzo Vendemiale
- Diritti globali (che riprende il pezzo del manifesto)
- Corriere.it, articolo di Fabio Savelli
- Huffington Post Italia, articolo di Linda Varlese
- Giornalettismo, articolo di Stefania Carboni
- Lettera43, articolo di Francesco Buonfiglioli
- Rassegna.it riporta la posizione della FP Cgil
- Diritto di critica, articolo di Paolo Ribichini
- Blasting News, articolo di Francesco Matino
- Leonardo.it, articolo di Carlo Maria Righetto
- Il Secolo d’Italia, articolo di Carlo Marini
- UrbanPost, Michele Iacovone
- Today, Chiara Cecchini
- Nanopress, Francesco Minardi (via agenzia LaPresse)
- Pugliain.net, Roberto Mastrangelo (riporta l’interrogazione del deputato M5S Giuseppe Brescia)
18 marzo 2016
- il manifesto, Roberto Ciccarelli
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