Giornalisti precari, obiettivo Europa: missione francese per Nicola Chiarini
Le battaglie e i percorsi di lotta dei giornalisti atipici, freelance, precari del Veneto raccolgono l’interesse dei colleghi francesi. Nei giorni scorsi, infatti, Nicola Chiarini (presidente di Re:Fusi e responsabile Lavoro autonomo del Sindacato) ha partecipato alla 78° Fete de L’Humanité di Parigi dove ha avuto incontri diretti con i colleghi Patrick Kamenka (rappresentante della Francia nell’esecutivo Efj, la federazione europea dei giornalisti), Emmanuel Vire (segretario generale Snj-Cgt), Patrick Le Hyaric (direttore de L’Humanitè ed europarlamentare del Pcf).
Al centro degli incontri (per la cui organizzazione va un grande ringraziamento a Lorenzo Battisti del dipartimento Esteri del Pdci e al collega Gael De Santis, redattore de L’Humanité) , naturalmente, i temi della precarietà del lavoro giornalistico, incrociando dati e percorsi votati alle soluzioni nei rispettivi Paesi, come premessa per un’azione incisiva anche in ambito Ue. A tutti gli interlocutori ho consegnato l’indagine generale della Fnsi su precariato e lavoro autonomo, la legge sull’equo compenso con la proposta attutativa elaborata dalla Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan), il progetto di legge regionale del Veneto.
L’intento, infatti, è portare in sede europea le nostre questioni, con l’obiettivo di promuovere direttive che, poi, possano indirizzare l’azione dei parlamenti nazionali. Primi contatti in Italia sono stati attivati coi popolari del Ppe e coi socialisti e democratici del S&D e, ora, una nuova “antenna” viene accesa col Gue/Ngl, raggruppamento della sinistra che non ha eletti italiani al pari dei Verdi. Rapporti sono in fase d’avvio anche con gli altri gruppi, ossia i liberaldemocratici dell’Alde, i conservatori dell’Ecr, i regionalisti dell’Efd.
I colleghi francesi hanno mostrato disponibilità al confronto e alla collaborazione, ciascuno per il proprio ruolo. Anche in Francia i problemi della precarietà del lavoro giornalistico si fanno sentire, anche se con accentuazioni meno drammatiche. I giornalisti attivi sono circa 38 mila, di cui 30 mila regolarmente assunti. Autonomi, freelance, precari sono, dunque, 8 mila e per la maggior parte di loro è difficile avere un monitoraggio esatto delle condizioni. Ci sono le due federazioni maggiori degli editori che garantiscono, rispettivamente, un minimo di 71 e 50 euro per 1.500 battute e, queste, riguardano soprattutto le testate nazionali. A livello locale, invece, la situazione è decisamente più al ribasso, tanto che la soglia di accesso alla Carte de presse (il tesserino professionale legato al reddito, in assenza di disciplina ordinistica) è stata posta a 650 euro mensili, ossia la metà dei 1.300 euro riconosciuti Oltralpe come stipendio minimo.