Le proposte dei giornalisti autonomi/atipici/freelance in vista del congresso Fnsi #openfnsi
Si avvicina il 27° congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) che si terrà a Chianciano dal 27 al 30 gennaio prossimi.
Qui la sezione speciale del sito del sindacato dedicata al congresso.
Qui l’identikit dei delegati eletti dal Sindacato giornalisti del Veneto al congresso stesso.
Qui l’appello dell’associazione LSDI – libertà di stampa diritto all’informazione, per raccontare insieme in congresso sui social, usando l’hashtag #openfnsi.
Proprio come gesto di apertura a un dibattito approfondito, qui sotto riportiamo la bozza di documento sul lavoro autonomo scritto anche dalle delegate e dai delegati atipici e autonomi delle regioni (fra queste il Veneto, e tutte raccolte dal coordinamento Capss, di cui potete leggere qui il blog) che erano all’incontro precongressuale di Firenze del 14 novembre scorso, e già integrato con i primi ulteriori contributi giunti.
Il documento è ancora aperto a integrazioni e contiene molte proposte per mettere al centro del futuro sindacato il lavoro autonomo, atipico, freelance.
LAVORO AUTONOMO
PROPOSTE IN VISTA DEL XXVII CONGRESSO DELLA FNSI
Il lavoro autonomo al centro per rifondare la Fnsi
Il lavoro autonomo, nelle sue diverse declinazioni, non deve solo essere rappresentato o consultato, ma deve oggi assumere ruolo di direzione negli organismi statutari del Sindacato dei giornalisti. E’ una premessa imprescindibile per la rifondazione della Fnsi come soggetto federativo, a maggior ragione se si considera che attualmente i lavoratori autonomi e i collaboratori sono oltre il 60% della popolazione attiva, quando nel 2000 erano il 35%: gli atipici, purtroppo, sono divenuti “tipici”.
Un percorso di concreto rinnovamento da praticare sul terreno della vertenza, operando per la piena cittadinanza contrattuale di queste identità di lavoro, e sul versante dei servizi, con consulenze e sportelli studiati per le specifiche e diverse esigenze, degli autonomi e dei collaboratori.
Non solo supporti fiscali e legali, ma iniziative per facilitare l’accesso alle opportunità offerte dall’uso dei fondi regionali ed europei e dall’accesso al credito previsto dal “decreto Lotti” in favore di nuovi progetti editoriali.
Tra i servizi deve rientrare anche la formazione professionale che – tramite la collaborazione con gli Ordini regionali e con agenzie di formazione sui territori – deve essere studiata a misura di lavoratore autonomo e collaboratore.
Essenziale è poi un nuovo modo di comunicare: offrire online informazioni “di servizio”, presidiando il web e i social network in maniera utile e proficua, anche per dare un’immagine nuova nei rapporti con la politica e con l’opinione pubblica, allestendo uno spazio web dedicato, con tutte le informazioni utili all’attività di freelance e atipici, con focus su leggi, contratti, guide fiscali e contributive, fac-simile di contratti e ricevute.
Cruciale, infine, è il rafforzamento del ruolo e del peso politico del sindacato nei confronti di governo, parlamento e partiti per ottenere quelle riforme normative urgenti e necessarie per rinnovare le regole della professione, e per ottenere gli strumenti di legge, oggi inesistenti, necessari per garantire forme di welfare per atipici/autonomi.
Collaboratori e rappresentanza aziendale
Occorre lavorare per ottenere una rappresentanza di atipici/autonomi anche a livello aziendale, promuovendo coordinamenti di testate e/o di gruppo editoriale. E’, dunque, essenziale trovare forme di rappresentanza, anche definite nel futuro nuovo contratto collettivo, nei comitati di redazione (Cdr) e di collaborazione con i Cdr (anche nel raccordo nazionale in ambito di gruppo editoriale attraverso la Conferenza dei Cdr) per monitorare il rispetto dei diritti degli atipici: individuare un fiduciario dei collaboratori che si occupi di fornire consulenze in ambito di potenziali vertenze che possono partire dai collaboratori stessi, raccogliere e coordinare le richieste dei collaboratori, fungere da raccordo con redazione e direzione, vigilare sul rispetto degli accordi e delle normative vigenti (tempi di pagamento, rispetto della deontologia, emersione di situazioni di mobbing, rispetto di orari e carichi di lavoro ed effettiva autonomia nello svolgimento lavoro, divieto di ritorno al lavoro dei pensionati, vigilare sulle stabilizzazioni insieme con le Assostampa).
E’ fondamentale che innanzitutto tra i colleghi si cementi un’unità nell’affrontare i problemi concreti di lavoro, rafforzando un’identità collettiva che innesti una controtendenza materiale: la divisione ha indebolito il nostro potere contrattuale e ha impoverito i lavoratori, dentro e fuori dalle redazioni. La costruzione diffusa di buone pratiche, che le associazioni regionali possono e debbono promuovere dai territori, sono la premessa per l’affermazione su scala nazionale di un balzo in avanti.
Nuove garanzie e nuovo welfare verso un nuovo contratto
Il nuovo e rinnovato gruppo dirigente dovrà affrontare il rinnovo contrattuale previsto per il 2016 con l’obiettivo di includere con alcune chiare priorità:
• Includere, (eventualmente anche attraverso un nuovo articolato), i lavoratori non dipendenti nel perimetro delle tutele, diritti e garanzie contrattuali.
• Studiare in sinergia con l’Inpgi forme dedicate di ammortizzatori sociali (per esempio indennità di disoccupazione al mancato rinnovo della collaborazione) e di assistenza.
• Inserire la “responsabilità civile” per gli atipici sulla scia di quanto previsto per Aeranti Corallo (art 5 dell’accordo sui CoCoCo), con le relative coperture assicurative a favore del lavoratore nell’eventuale sede di giudizio e prevedere una copertura spese legali in caso di querele.
• Stanare le false partite Iva, secondo le indicazioni del ministero del lavoro e i dettami della legge 92/2012.
• Realizzare un monitoraggio puntuale e preciso delle condizioni di lavoro degli atipici instaurando una più stretta collaborazione con l’Inpgi2.
• Rafforzare il ruolo della Commissione paritetica prevista dall’articolo 4 CCNL ampliando il raggio d’azione ad includere anche i collaboratori coordinati e continuativi ed autonomi.
• Studiare formule percorribili per agevolare la contrattualizzazione e, ove possibile, la stabilizzazione dei giornalisti lavoratori autonomi anche negli uffici stampa privati.
• Ampliare la tutela della Casagit, valutando, analogamente a quanto accade con la gestione separata Inpgi, l’istituzione dell’accesso obbligatorio per co.co.co e autonomi in genere a uno tra i profili dedicati con contributo proporzionale ai redditi, garantendo un accesso universale alle tutele, con progressività e contenimento dei costi pro-capite, grazie all’allargamento della platea degli assicurati.
Usare gli strumenti esistenti, diffondere le buone pratiche territoriali
• Attuare il diritto di prelazione dei collaboratori “strategici” creando un “bacino” dal quale l’azienda debba attingere per i contratti di sostituzione e per le nuove assunzioni.
• Realizzare la “white list” di editori che solo rispettando la delibera sull’equo compenso potranno accedere ai contributi previsti
• Modificare lo statuto del Fondo di previdenza complementare per consentire l’iscrizione a collaboratori e partite Iva.
• Provvedere agli atti necessari al passaggio dei collaboratori e partite Iva economicamente dipendenti alla gestione principale dell’Inpgi.
• Normare l’obbligo di iscrizione alla Casagit già previsto dal recente rinnovo contrattuale.
• Lavorare per rendere più convenienti i termini dell’accordo sull’equo compenso.
• Vigilare sui contratti in essere perché vengano adeguati alle novità sull’equo compenso e per evitare che al momento della scadenza vengano trasformati in formule meno vantaggiose per il collaboratore.
Riorganizzare il sistema di commissioni e assemblee
La recente esperienza della Commissione nazionale lavoro autonomo e delle articolazioni regionali, infine, salvo poche eccezioni, ha fatto emergere tutte le contraddizioni e le difficoltà legate all’attuale modello di rappresentanza degli atipici e autonomi dovute alla doppia dirigenza (presidente e coordinatore). Per rendere la Commissione più efficace e produttiva è necessario correggere e potenziare il Regolamento attraverso una delibera della Giunta che vada ad equiparare la Commissione lavoro autonomo alle altre Commissioni (ad esempio la Pari opportunità). E’ inoltre necessario che il presidente della Commissione nazionale sia un lavoratore attivo non dipendente e serve rivedere i meccanismi di elezione dei rappresentanti degli atipici in commissione contratto, lavorando anche qui per una presenza numericamente e operativamente più incisiva. Bisognerà inoltre prevedere che la nuova Commissione possa partecipare al lavoro di costruzione del prossimo contratto: va restituito ruolo effettivo in tutto il processo di elaborazione contrattuale e di politica sindacale a tutti gli organismi statutari, comprese le rappresentanze del lavoro autonomo/atipico, e agli strumenti di consultazione previsti.
Prime adesioni:
Alessandra Costante (Liguria)
Andrea Carotenuto (Liguria)
Giulia Destefanis (Liguria)
Valentina Carosini (Liguria)
Riccardo Tivegna (Liguria)
Astrid Fornetti (Liguria)
Roberta Campanella (Puglia)
Luciana Doronzo (Puglia)
Raffaele Fiorella (Puglia)
Gianluca Croce (Emilia Romagna)
Mattia Motta (Emilia Romagna)
Agnese Carnevali (Marche)
Andrea Alba (Veneto)
Cristina Marchesi (Veneto)
Giulio Todescan (Veneto)
Nicola Chiarini (Veneto)
Massimo Zennaro (Veneto)
Girod Benoit (Val D’Aosta)
Daniele Mammoliti (Val D’Aosta)
Serafino Paternoster (Basilicata)
Umberto Avallone (Basilicata)
Margherita Agata (Basilicata)
Donato Mastrangelo (Basilicata)
Domenico Affinito (Lombardia)
Gabriele Eschenazi (Lombardia)
Rossella Minotti (Lombardia)
Sergio Rotondo (Lombardia)
Fausta Chiesa (Lombardia)
Gianni Colussi (Lombardia)
Tristano Scarpetta (Trentino Alto Adige)
Monica Casata (Trentino Alto Adige)
Monica Pietrangeli (Trentino Alto Adige)
Christian Unterhuber (Trentino Alto Adige)
Lorenzo Basso (Trentino Alto Adige)